Salute

Aumentano i contagi da COVID-19 sul posto di lavoro

giugno 23, 2020

L’ultimo Report de l’INAIL ha mostrato come negli ultimi tempi, dopo la riapertura dall’Italia siano aumentati in modo sostanziale i contagi da COVID-19 sui posti di lavoro.

Le cifre sono aggiornate al 15 giugno e sono 50mila i contagiati sul posto di lavoro con 236 decessi.

La cifra è molto importante e fa notare come le misure di sicurezza stiano iniziando a scarseggiare, come le persone siano diventate più lascive.

Purtroppo il settore che sta subendo maggiori perdite e contagi è il campo sanitario, anche a fronte della passata emergenza.

L’Inail ha denunciato un aumento pari al 40 % in più di casi mortali da l’inizio dell’anno 2020, questi dati sono stati verificati dopo che sono arrivate molte denunce alla stessa Inail.

I contagi da COVID-15 sono distribuiti nei seguenti modi:

  • Il 71% dei contagiati sul posto di lavoro sono donne;
  • Il 28,3% dei contagiati sul posto di lavoro sono uomini.

Per quanto riguarda i decessi si nota come il rapporto si inverta e salga all’ 82,6% sugli uomini.

L’età media dei lavoratori che ha contratto il COVID-19 è di 47 anni, con le donne a 57 anni per la maggiore e per gli uomini a 29 anni.

La maggior parte dei decessi è avvenuta nella fascia d’età dei 50 – 64 anni , abbassandosi di conseguenza negli over 64 dove si è riscontrato una percentuale del 18,6%.

Le denunce sono per la maggiore del settore Sanità

La sanità è stato il settore più colpito, a seguire vi è stata l’agricoltura con 600 casi in totale.

Per la Sanità si sono riscontrati il 72,2% dei casi totali di denunce da contagio da COVID -19, con un 26,3% di decessi.

Gli ospedali hanno visto la maggior parte di medici e infermieri che hanno contratto il virus nel periodo di contagio massiccio, inoltre anche il personale addetto alle cliniche per anziani.

Anche il settore della pulizia, manutenzione, mensa ospedaliere è stato molto colpito nei contagi.

La casistica geografica delle denunce

Come è stato per l’espansione del virus, anche le denunce per contagio sul posto di lavoro hanno avuto un’incidenza maggiore al Nord d’Italia.

Il 56,1% dei casi è stato riscontrato nel Nord-Ovest, il 36% solo in Lombardia.

Misure anti contagio per le aziende

Anche se ora la paura del contagio si è abbassata di molto, non vuol dire che il COVID-19 non circoli più, la maggior parte di noi ha abbassato la guardia, mettendo se stesso e gli altri a rischio di contagio.

Se ci fosse una seconda ondata di Coronavirus i problemi non mancherebbero, sia al livello logistico pratico che economico.

Una seconda ondata e di conseguenza un secondo lockdown farebbero in modo da mandare l’Italia in default.

Per far si che questo non si ripeta, le misure di distanziamento sociale e le pratiche di igienizzazione sono molto importanti.

Le aziende, i negozi e tutte le attività che sono rivolte al pubblico hanno una grande responsabilità sulle spalle, gli utenti a loro volta devo assolutamente rispettare tutte le normative vigenti che il Governo italiano ha sancito.

La sicurezza nei lavoratori

Le aziende devono rispettare alcune regole, per far rispettare le linee guida del governo, vediamo quali sono:

  • L’obbligo di far rimanere a casa i dipendenti che abbiano la febbre superiore a 37,5 gradi, in tal caso i dipendenti dovranno chiamare il medico di famiglia;
  • Laddove il lavoratore abbia sintomi influenzali dovrà immediatamente comunicarlo al datore di lavoro e non recarsi sul posto di lavoro;
  • All’interno del posto di lavoro si deve mantenere le distanze di sicurezza,osservare le regole di igiene delle mani;
  • É necessario da parte del dipendente avvertire tempestivamente il datore di lavoro se si è venuti a contatto con persone malate di COVID-19 o se si abbiano sintomi influenzali.

Gli spazi condivisi nei luoghi di lavoro

Ancora più difficile è mantenere le distanze di almeno un metro negli ambienti comuni, come possono essere le mense, aree fumatori oppure gli spogliatoi.

Le normative richiedono che si sosti il meno possibile in questi spazi comuni mantenendo la distanza di un metro.

E’ obbligatorio sanificare questi spazi, anche dove vengono riposti gli indumenti.

Sia l’entrata che l’uscita dalle aziende deve essere monitorate con la misurazione della febbre.

Per quanto riguarda gli spostamenti all’interno degli uffici o all’interno dell’azienda devono essere limitati al minimo indispensabile.

Lo Smart working al tempo del COVID-19

Molte aziende per ovviare a queste limitazione, dove vi è la possibilità hanno richiesto ai loro dipendenti di lavorare in smart working.

Sicuramente questa pandemia ci ha messo di fronte ad una possibile riorganizzazione del lavoro, una riorganizzazione degli spazi.

Con le nuove regole di distanziamento sociale molti uffici e aziende si sono trovati impreparati, nel senso che gli spazi non erano a norma o troppo piccoli ecco perché si è deciso per lo smart working.